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a, A Prima lettera dell'alfabeto derivata dalla alfa greca, passata poi nella lingua etrusca e latina. La forma maiuscola deriva dalla nord semitica aleph che fu poi trasformata nella sua forma moderna in greco e poi in latino. La forma minuscola deriva dal corsivo latino "a" una forma variante di "A" attraverso un'influenza carolingia e poi fiorentina ed ha prodotto i caratteri italico e romanico. Rappresenta il suono più aperto fra tutte le vocali. Può avere l'accento, soprattutto alla fine di una parola, ma talvolta anche per distinguere due omografi àncora e ancóra, ed allora si dice tonica senza accento si dice atona. È una preposizione. Provoca il Raddoppiamento sintattico. Vedi: Proposizioni con la preposizione A e l'infinito Infinito con la preposizione A Alle volte è usata con l'accento (à) in sostituzione della forma "ha" della terza persona del presente indicativo del verbo avere. In latino si trovava sulle lettere dei giudici con il significato di absolvo (assolvo) e perciò veniva chiamata littera salutaris (lettera favorevole). Il contrario era la lettera C condemno che perciò era chiamata littera tristis. Nel medioevo alle volte rappresentava il numerale per 50 o 500. In musica secondo il sistema di notazione Balbulus indicava il do (del sistema di sillabe di Guido d'Arezzo). In inglese e tedesco indica il la: la A maiuscola indica il la maggiore e la minuscola il la minore. Come abbreviazione o simbolo assume diversi significati nelle varie discipline.
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